giovedì 12 febbraio 2015

Nel XVI anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania

Oggi, 12 febbraio 2015, son sedici anni giusti dall'avvio delle attività dell'Accademia Palasciania. Quel giorno del 1999 si tenne un volantinaggio, annunciante una raccolta firme pro salvaguardia di un sito archeologico minacciato da un cantiere (vedi articolo TAV a Capua: tutta la storia), e nel contempo io fui radiointervistato in Rai da Oliviero Beha. Di lì a un mese e dodici giorni fioriva il primo evento, il convegno Le opere archeologiche emerse nel territorio di Capua e il progetto TAV: commenti e controproposte.

Seguirono il convegno in tre giornate Miraggi del progresso e città sepolte e poi, negli anni, tre laboratori teatrali sperimentali, tre collaborazioni al festival leopardiano napoletano, le quattro edizioni del festival musicale Toccata e fuga, quattro edizioni locali dell’evento mondiale One Hundred Thousand Poets for Change, le finora sei stagioni di lezioni-spettacolo sulla filosofia palascianiana, tante lecturæ Dantis e altri reading, la prima presentazione di Moresco in Campania, e altro ancora.

La celebrazione del XVI anniversario della fondazione dell'«accademia meno accademica del mondo» si terrà stasera nel Palascianèum con una cena condita, visto che è pure Giovedì Grasso, dalla declamazione di alcuni miei canti carnascialeschi o meglio «filastrocche cretine di prima mattina», sovrana su tutte la sesquipedale Tragedia cretina del principe Smerdi da inviar domattina al Maestro G. Verdi. Se non siete stati invitati e ciò vi duole, telefonatemi, protestate le vostre ragioni e vedremo magari di riservarvi un posto in aula magna-magna.

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